domenica 25 marzo 2018

SCEGLIERE IL BENE !

Life isn't about the situation, life is about choosing the good, no matter what! 

‎                 !אין עוד מלבדו

È una frase che diciamo tutto il tempo ma come puo essere ?? Insomma, Siamo in un mondo dove cè tutto, ma nn Lui!
Quando un Chatan chiede alla kalla di sposarlo lei è sicura di dirgli Si!
Ma quando Hashem ci dice sposiamoci in questo mondo, noi gli rispondiamo un po traballanti "ah ok dai si" abbiamo un po' paura di quello che ci spetta, di scendere in questo mondo falso

Quando facciamo una mitzva diciamo אשר קידשנו במיצותיו וציונו..
Proprio come un חתן מקדש la sua callà la sera del loro matrimonio

Ma, Se nn ce nient'altro oltre ad Hashem allora perchè a noi non pare così, perchè si sembra ci siano altri valori?!

Perchè Questo mondo è buio, e non riusciamo a vedere la verità purtroppo

Elenca 6 cose per cui sei grato:

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           BEING GRATEFUL

To be happy is a decision !

           *HASHEM CI AMA *
                 ma quanto?
Il besht dice ke HAshem ci ama piu di quanto due genitori amano il loro baby che hanno aspettato per 60 anni!!!!
Pensiamo un minuto,
Noi siamo niente , un puntino mini in questo mondo, ma HAshem aspetta costantemente le nostre tfilot, vuole che gli parliamo, ci ama , e siamo tutto per LUI

Cos'ha di speciale questo mondo, per il quale vale la pena viverci?

Una mitzvah, una moneta in Tzdaka, un sorriso al nostro amico
Questa è la vera verità, ed è per questo che scendiamo in questo mondo pieno di illusioni e falsità
La Torah, questa è l'unica verità

Hashem crea costantemnte questo mondo יש מאין!
Niente in questo mondo puó esistere senza di Lui
Niente ha una sua indipendenza
H' da constantemente forza a tutto
Hashem dice il nostro nome, il nostro proprio nome ogni singolo secondo, e cosi noi viviamo, respiriamo, Hashem nn smette mai di dirlo!!!

Ora prova a ripetere il tuo nome e
Fermati
Pensa che Hashem non smette mai di dirlo
Ti senti ancora insignificante?!
Ogni giorno Hashem ci regala quel giorno, quelle ore, quei minuti e secondi e dobbiamo esserne grati!

Il Rebbe dice che ci son due tipi di test in questo mondo
Il Test della povertà e quello della
ricchezza

Quello della richezza è il piu difficile in quanto Vedere Hashem quando abbiamo "tutto" , quando stiamo bene è piu difficile e soprattutto...
Quando ci sentiamo indipendenti!

Ma quando una persona sta ח״ו male , riconosce, realizza quanto Ha bisogno di Hashem

                 JUST DO IT
Tutto è possibile!
Prova sempre e nn fermarti mai, e soprattutto non ascoltare il tuo YETZER HARA!

... E per finire
‎טוב להודות לה׳
‎ולהגיד בבוקר חסדיך
‎ואמונתך בלילות
Non ce lo dimentichiamo mai
Perchè tutto quello che H' fa è per il bene, e anche se a volte non sembra cosí dobbiamo continuare a credere in Lui perchè non ci abbandona mai, è sempre , sempre con NOI❤✨

PESACH 5778



La festivita di pesach  del 2018 si celebrerà dal 30 marzo al 7 aprile.
Il primo Seder sarà il 30 marzo dopo il tramonto, e il secondo Seder sarà il 31 marzo dopo il tramonto.
La Pasqua è celebrata mangiando il matzah (pane non lievitato) e il maror (erbe amare).
Per la durata degli 8 (o 7 giorni in Israele) della Pasqua ebraica, lo chametz (lievito) è rigorosamente evitato.


SE AVETE BISOGNO DI MAZA SHMURA PER IL SEDER ,NON ESITATE,A CONTATTARE RAV LEVI PER RICEVERE UNA !!

Unisciti al rabbino LEVI e SHAINA SARA e ai amici nostri  per rivivere l'esodo, scoprire il significato eterno dell'Haggadah e godere di un Seder comunitario completo di Matzah fatto a mano, una grande selezione di vini e una cena gourmet di quattro portate preparata dallo staff del Bet Chabad.

Venerdì 30 marzo, ore 20:00   LOCALE LUDONENA 

 IndirizzoVia Madama Cristina, 86/d, 10126 Torino TO

Adulti:  45 euro  adulti; 25 euro  bambini (età 4-18); 

passate parola .vi aspettiamo !!

venerdì 23 marzo 2018

PARASHA' TZAV





Alcune persone sono bulldozer. Spostano montagne, conquistano paesi, raggiungono l'apparentemente impossibile. Ma poi quando non ci sono più montagne da scalare, vacillano. Routine, manutenzione e sostenibilità non sono i loro punti di forza. Rispondono all'eccitazione e alla sfida, non alla minacciosa e monotona routine quotidiana.

La parola chiave di Parshah di questa settimana, Tzav, significa "Comando". Introduce la chiamata di D-O a Mosè per istruire i Kohanim (sacerdoti) sulle leggi degli olocausti nel Santuario. Rashi sottolinea che la parola Tzav, "Comando" - piuttosto che il più familiare e morbido "Parla" o "Racconta" - è generalmente riservato alle istruzioni che richiedono un senso di zelo. Queste sono cose che devono essere eseguite "immediatamente come per i posteri".

D-O  avrebbe dubitato dell'impegno di Aaron e dei suoi figli? C'era la preoccupazione che avrebbero fatto qualcosa di diverso da quello che erano stati istruiti riguardo ai sacri servizi? Dopotutto, erano i più santi e devoti degli uomini. C'era davvero qualcosa di cui preoccuparsi? Perché impiegare una parola che implica tale urgenza?

Dice Rashi: non è solo il bisogno di immediatezza, ma anche l'insistenza sul fatto che i servizi proseguano attraverso le generazioni nello stesso modo. Una cosa è essere impegnati ed emozionati ora quando la mitzvah è ancora fresca e nuova, ma cosa accadrà in futuro? Lo stesso impegno sarà ancora lì sotto, o l'entusiasmo sarà diminuito?

Nell'arena sportiva ci sono atleti, e persino squadre, che fanno meravigliose partenze ma poi svaniscono prima del traguardo. Altri fanno grandi colpi durante una gara, ma poi "soffocano" alla fine. Non si può raggiungere la grandezza con esplosioni di energia irregolari. La concentrazione e la coerenza sono necessarie per portarci fino al momento finale della partita.

Così anche nella vita. Le persone a Hollywood trovano abbastanza facile sposarsi l'un l'altro. Ma quanti rimangono sposati? E non è diverso nel Ebraismo. Molti ebrei sono eccellenti a Yom Kippur. Ma cosa succede tutto l'anno? Molti hanno momenti di ispirazione, ma è permesso che diventino una fase passeggera.

Un uomo venne al tempio  per recitare kaddish in memoria di un genitore, ma purtroppo la congregazione stava lottando per creare un minyan (il quorum di dieci per la preghiera). Sfogò la sua rabbia per non essere in grado di recitare la preghiera . Uno degli uomini presenti era meno che comprensivo. "E dove eri ieri quando qualcun altro aveva bisogno di dire kaddish e non c'era  minyan?" ribatté. Molte persone fanno lo sforzo di frequentare i servizi in occasione dell'anniversario della morte di un genitore, ma si tengono lontani in giorni "normali".

Il re Davide nel Salmo 24 chiede: "Chi può salire sul monte di D-O e chi può stare nel suo santuario?" Una cosa è scalare la montagna, ma un'altra è riuscire a rimanere in cima. Ci sono eccezionali pionieri che lottano con il mantenimento quotidiano degli stessi programmi da loro stessi avviati. In un mondo ideale, i pionieri farebbero iniziare la gente normale e ordinaria. Ma non sempre funziona in questo modo. Non possiamo permetterci il lusso di concentrarci solo sulle parti della vita di cui godiamo e da cui siamo stimolati. Più spesso che la vita è una macinatura. I momenti di eccitazione e scoperta sono rari. Tracciare nuovi corsi non sono esperienze quotidiane. E le nostre creazioni necessitano di manutenzione costante a lungo termine, altrimenti collassano.

Il comando ai Kohanim riecheggia i secoli a ciascuno di noi. Se è importante, fallo adesso. E se è sacro, continua a farlo per sempre.



giovedì 22 marzo 2018

La Matzà Shemurà

I saggi di Israele,chiamano la Matzà ,"Mechla  Dmhimnota" - il mangiare della fede, e lo spiegano  secondo il detto :"che il bambino, non sa pronunciare mamma e papà ,fino a che assaggia il sapore del grano" (trattato di Sanhedrin) e questo stesso discorso,viene applicato all'Esodo dall Egitto degli Ebrei,che soltanto dopo aver mangiato la prima Matzà a Pesach gli è penetrata la fede e sapevano chiamare 'Padre' al loro Padre in cielo.

E spiegato più ampiamente nella Chasidut, che la sapienza del bambino nel  chiamare suo padre  papà è solo una prima relazione, senza una comprensione intellettuale raggiunta la sua mente, e in ogni caso, con questa comprensione  ha un forte attaccamento all' anima di suo padre fino al punto che è legato alla sua anima. E la stessa cosa  e col mangiare la  matzà ,che tramite essa noi  nutriamo la fede  fondamentale in D-o, fino a al punto che l attaccamento  a HaShem e forte in tutta la nostra anima anche quando non riusciamo a realizzare questa comprensione. Questa convinzione, che non include l'arroganza e l'esaltazione dell'uomo stesso (visto che annulla la sua mente), ma la Achnah, la sottomissione e l'umiltà - si esprime specificamente nella matzà, che non ha le onde di pasta e non si lievita come il  chametz.

venerdì 16 marzo 2018

PARASHA' VAYIKRA'

Prima di comunicare a Mosheh le leggi riguardanti i sacrifici, D-o lo chiama per nome. I nostri Maestri spiegano che il fatto di chiamare la persona prima di comunicarle il messaggio è un segno di considerazione e di amore e ci insegnano che D-o ha voluto così dimostrare il suo amore per Mosheh e per il popolo ebraico.

   Questo tema viene ripreso nella Haftarah che comincia con questo versetto “Ho creato questo popolo per Me, affinché esso canti la Mia lode”. Ogni Ebreo, qualunque sia la sua provenienza o il suo stile di vita, esiste al solo scopo di esprimere – ed in effetti esprime – la lode di D-o.

   Nelle nostre relazioni con il prossimo noi dovremmo rispecchiare queste vie divine. Dovremmo sempre predisporci a riconoscere come tutto il nostro prossimo “canata la lode di D-o” e lavorare su noi stessi e su di loro per accrescere e sviluppare questa lode.

   Il brano della Torah stesso è incentrato sui sacrifici offerti nel Santuario nel deserto e più tardi nel Tempio di Yerushalayim. La parola ebraica per sacrificio è qorban che viene dalla radice qarov che significa vicino. I sacrifici sono il mezzo tramite il quale si realizzano la vicinanza e l’intimità tra D-o e l’uomo, e, in un senso più lato, fra D-o e ogni aspetto del mondo.

Quando una persona offriva un sacrificio il suo intento era di avvicinarsi a D-o. Ogni persona ha una scintilla divina dentro di sé, un potenziale spirituale che è infinito e illimitato, come lo è D-o. Ed ogni persona ha una natura animale, una parte della sua personalità che si preoccupa delle sue esigenze fisiche: mangiare, bere, dormire e tutte quelle cose che le procurano una qualche soddisfazione materiale.

   È forse questo male? No. Ma sarebbe una vergogna se la persona facesse solo questo in tutta la sua vita. Sarebbe uno spreco terribile se, invece di aggiungere qualcosa al mondo e di migliorarlo quella persona fosse dedita soltanto alla gratificazione delle sue esigenze e dei suoi desideri.

  Ci deve essere un processo di comunicazione fra le due componenti della creatura umana. Abbiamo bisogno di un punto d’incontro, un’unione delle due vie che ci assicuri che la nostra esperienza spirituale non appartenga ad un altro mondo e che la nostra esperienza fisica sia permeata di un significato e di una profondità che solo a consapevolezza spirituale può dare.

  Questo era lo scopo dell’offrire un sacrificio. Era un processo di crescita nel quale la persona elevava la sua parte animale, insegnandole a guardare in alto e a riconoscere uno scopo più elevato.

   Sull’altare bruciava il fuoco divino, fiamme che discendevano miracolosamente dal cielo.

Questo viene paragonato al fuoco divino che ognuno alberga nel suo cuore. Offrire un animale su quell’altare e farlo consumare dal fuoco divino corrisponde ai nostri sforzi di portare il fuoco della spiritualità dentro la nostra esperienza materiale di ogni giorno.


Preso da "Il filo diretto" a cura di Naar Israel e basato su un discorso del Rebbe

PARASHAT VAYIKRA'

Terzo dei  cinque libri della  Torà. La maggior parte del libro  si occupa  dei Korbanot (sacrifici)e del servizio dei sacerdoti nel  Bet Hamikdash. Questo è il motivo per cui il libro Vaikra  è chiamato "LA Torah dei  Sacerdoti "         

Parashat  Vaikra        


 È scritto "Vayikra (e chiamo)D-o a Moshe" la lettera ALEF di vaikra è scritta in minuscolo.      In un altro posto troviamo scritto: "E l'uomo Mosè, era molto umile- tra tutti gli  uomini che si trovavano sulla faccia della terra" (Bamidbar 12: 3) Perché dovrebbe dire "molto umile ", poiché anche se è cresciuto in regalità sotto la figlia del Faraone, ha guidato il popolo di Israele con umiltà. Pertanto, nonostante il fatto che Hashem (D-O ) lo convocasse personalmente al Ohel Mo'ed col nome Moshe, egli scrive nella Tora: Vaikra ,che si riferisce a una chiamata normale ,senza fare a Moshe troppa importanza.E  questa dote diede a Mosè la forza di guidare il popolo di Israele e di portarli fuori dalla schiavitù per la salvezza.sotto  comando del Creatore .. I Saggi dissero: "La persona che perseguita l'onore , l'onore si  allontana da lui . E colui che fugge dall'onore, l'onore lo insegue " Si racconta di un Chassid che venne da Rabbi Bunim di Peshischa e si lamentò con lui, il rabbino! "Fuggo dall'onore, ma lui non mi insegue. E dov'è la verità nelle parole di Chazal(dei saggi della Torà )   ?         Il rabbino gli disse: Il tuo discorso suona come quando fuggi dall'onore, ti guardi indietro per vedere se l'onore ti insegue. E in ogni caso, quando l'onore vede che stai tornando indietro, pensa che vuoi  inseguirlo  e immediatamente volta le spalle e scappa da te ...! L umiltà e la dote preferita del  Creatore, e tra tutte le virtù di Mosè, D-o ha scelto di lodarlo proprio  con  l'umiltà che egli aveva. Speriamo  sempre di comportarci  piacevolmente con umiltà e rispetto per le persone e fare atti di gentilezza,avere il  sorriso pronto , una parola gentile ... e non solo a causa di che cosa ci  riserva il futuro, ma perché questa e la strada maestra del uomo. Questa  sera è "Rosh Chodesh Nissan" a  Nisan furono redetti gli Ebrei e in Nissan verrano redetti!! Che sia un mese benedetto e speciale .

Shabbat Shalom

In memoria di mia nonna paterna Mazal bat Ester.


Rabbi Levi Piha 
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