La lettura di questa settimana s’intitola Vayeĥì "E lui visse" – un titolo piuttosto inappropriato sembrerebbe per una parashah che parla quasi interamente degli eventi riguardanti la morte di Yaàqov!
Ma che cos'è la vita? La Torah ci insegna: "Voi, che siete legati a D.o, il vostro D.o, siete tutti vivi oggi"(Devarim 4:4). La vera vita significa rimanere legati a D.o.
Naturalmente un Ebreo è intrinsecamente legato a D.o, ma poichè questo legame sia visibile e manifesto nel mondo, egli viene sottoposto a prove e sfide. Quando queste difficoltà vengono superate allora abbiamo la prova che il legame fra l’Ebreo e D.o è indistruttibile.
Quindi, ci rendiamo conto che una persona è veramente “viva” solo nell'avvicinarsi al momento di lasciare questo mondo fisico. Perchè solo allora è evidente che tutte le prove e le tribolazioni della vita avevano lo scopo di evidenziare e di esprimere il potente legame tra l' Ebreo, la Torah e le mitzvot. Così quando leggiamo la parashah Vayeĥì ci rendiamo finalmente conto che la vita di Yaàqov era stata veramente vissuta.
Il Talmud dice, "Così come i suoi discendenti sono vivi, anche lui è vivo" (Taànit 5a). Cioè se i nostri figli e nipoti saranno rimasti saldi nella loro osservanza della Torah e delle mitzvot avremo la prova del nostro vero impegno nell’Ebraismo.
Donne, figlie e ragazze, accendiamo le candele in onore dello Shabbat alle ore 16:40.
Illuminiamo la nostra tavola, la nostra casa e il mondo intorno, meriteremo cosi di vedere la luce che splenderà presto per la Redenzione.
Abbiamo finito il libro della Genesi, la settimana ventura iniziamo il libro dell' Esodo!
Hazak Hazak Venithazek! Forza , forza e ci rafforzeremo!!
Per il merito di una completa e rapida guarigione a Claudine Bat Sophie.
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